Il sovraindebitamento

Che cos'è

La legge parla di sovraindebitamento quando il debitore non è in grado di rimborsare in maniera regolare i propri debiti, anche considerando le disponibilità economiche dei successivi dodici mesi. Le persone possono trovarsi in questa situazione perché non hanno valutato attentamente la propria capacità (attuale e in prospettiva) di rimborso dei debiti, o perché sono subentrati eventi imprevisti e involontari, che determinano nuove uscite (es. spese mediche) o minori entrate (perdita del lavoro, cassa integrazione, malattie).

Come prevenirlo

Prima di chiedere un prestito è necessario fare una valutazione della sostenibilità delle rate, valutare cioè se le proprie entrate siano sufficienti per pagare le rate nel tempo: anche quelle di più piccolo importo possono influire sulla sostenibilità complessiva. È necessaria un'accurata pianificazione che consideri spese ed entrate, un consiglio di tipo pratico è cercare di evitare che le rate superino il 30% delle entrate stabili. È importante fare questa valutazione di sostenibilità non solo all'inizio, quando si deve decidere se prendere un prestito, ma anche periodicamente, per poter intercettare tempestivamente le prime difficoltà.

Anche le banche prima di concedere un prestito, sono tenute a valutare la capacità di rimborso (il "merito di credito"), assicurandosi che gli impegni assunti dal cliente siano coerenti con le sue esigenze e la sua situazione finanziaria.

Che cosa fare se emergono primi segnali di difficoltà a ripagare le rate

All'emergere delle prime difficoltà a ripagare le rate, il primo passo è rivolgersi all'intermediario che ha concesso il prestito, per cercare insieme una soluzione. Nel caso di prestiti assistiti da garanzie immobiliari le banche hanno un vero e proprio obbligo di assistenza dei debitori in difficoltà nei pagamenti. Le soluzioni più frequenti possono essere:

  • una rinegoziazione cioè una modifica delle condizioni del contratto, per esempio un allungamento della durata per ridurre l'ammontare della rata e facilitarne così il pagamento. Nel complesso pagheremo per un periodo più lungo ma nell'immediato la rata è più leggera
  • una sospensione temporanea del pagamento delle rate, che di solito ha un costo perché dopo la sospensione si rimborseranno anche gli interessi "aggiuntivi" che sono maturati durante il periodo di sospensione e anche il piano di ammortamento si allungherà rispetto alla data di scadenza originariamente prevista
  • un rifinanziamento totale o parziale del debito complessivo, che consiste nella richiesta di un nuovo prestito che verrà utilizzato per estinguere i prestiti precedenti per i quali il cliente si trova in difficoltà nei pagamenti.

Sono previsti inoltre aiuti pubblici per i mutui per la prima casa in presenza di determinate condizioni (ad esempio la perdita del posto di lavoro) e, in alcuni momenti storici, come ad esempio la recente pandemia da Covid-19, durante la quale sono state introdotte delle moratorie, ovvero sospensioni per legge del pagamento delle rate al ricorrere delle condizioni di legge.

Cosa succede in concreto se si saltano una o più rate di mutuo

In caso di ritardato pagamento (totale o parziale) di una rata per oltre 30 giorni l'intermediario è tenuto a informare il cliente circa le conseguenze degli omessi pagamenti (ad esempio l'applicazione degli interessi di mora; la perdita del diritto di proprietà dell'immobile ipotecato) e le misure di sostegno eventualmente disponibili (ad esempio, le misure pubbliche o quelle messe a punto in sede di autoregolamentazione). Gli interessi di mora si aggiungono alle somme già dovute.

Un'ulteriore conseguenza dei mancati o ritardati pagamenti è che ne rimane traccia nella Centrale dei Rischi gestita dalla Banca d'Italia e negli altri sistemi informativi sul credito gestiti da operatori privati (ad es. CRIF). Nei casi più gravi di inadempimento degli impegni contrattuali il cliente può essere, in tali sistemi informativi, classificato "a sofferenza". Ciò può compromettere la possibilità di ottenere un nuovo finanziamento in futuro.

Sofferenza: situazione in cui la banca ritiene il cliente irreversibilmente incapace di saldare il proprio debito anche se questa circostanza non è stata accertata in sede giudiziaria. La classificazione a sofferenza è il risultato della valutazione della situazione finanziaria complessiva del cliente da parte della banca o dell'intermediario finanziario.

Le banche informano in modo preventivo i clienti la prima volta che vengono segnalati negativamente in uno di questi archivi. Questa informativa viene fornita insieme ai solleciti di pagamento oppure con una comunicazione autonoma.

Il cliente ha diritto all'accesso alle informazioni censite negli archivi, alla loro riservatezza e alla correzione in caso di errori. Nel caso della Centrale dei Rischi, che come detto è gestita dalla Banca d'Italia, l'accesso è gratuito e molto facile: il modo più semplice è andare nella sezione servizi on-line del sito della Banca d'Italia.

Cosa fare se la situazione di difficoltà perdura e ci si trova in una situazione di sovraindebitamento

Se la situazione diventa più grave (sovraindebitamento), il nuovo Codice della crisi, entrato in vigore nel 2022, prevede specifiche procedure: la ristrutturazione del debito o la liquidazione del patrimonio. Le persone possono rivolgersi a un Organismo di composizione delle crisi da sovraindebitamento (OCC), istituzione imparziale e indipendente che può illustrare le condizioni necessarie per accedere alle procedure e aiutare i debitori. La lista degli Organismi cui ci si può rivolgere la si può trovare facilmente nel sito del Ministero della Giustizia (https://crisisovraindebitamento.giustizia.it/registro.aspx).

In ogni caso bisogna evitare a tutti i costi di rivolgersi a operatori non iscritti a specifici albi previsti dalla legge e quindi non autorizzati a fare credito o ad aiutare il debitore nella risoluzione della crisi: il rischio più grande è quello di rimanere vittime di usura.

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